SENZA TETTO NE LEGGE (SANS TOI NI LOI) |
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di Agnès Varda, con Sandrine Bonnaire, Macha Méril
(Francia, 1985)
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Una vagabonda, come dicono i benpensanti che l'incrociano per la campagna. Ma poco più che ventenne: per rifiuto, per rivolta, alla fine sicuramente - per disperazione. Agnès Varda ha realizzato uno dei suoi film migliori, che Venezia ha unanimemente premiato. Un itinerario nella solitudine, dalla presa di coscienza alla degradazione. In uno scenario fatto di freddo, di terra indurita e di sole che non riesce a fondere poche tracce di brina che diventa emblematico. Non solo perché si svolge sullo sfondo di ciminiere industriali ed autostrade filanti; ma perché ogni oggetto, e soprattutto ogni reazione umana (delle varie persone che sfiorano per un istante il destino della giovane errante) ci parlano della nostra epoca e della sua indifferenza, per non dire impossibilità di comprendere e amare Erede di una tradizione fotografica Agnès Varda ha sempre fatto del cinema fin troppo preciso, di panoramiche che, puntigliosamente, oltrepassano il soggetto per raggiungere, millimetricamente, un oggetto, un arbusto secco, un muro. In SANS TOIT NI LOI, a toglierci da questi pensieri per - semplicemente - commuoverci, c'è Sandrine Bonnaire. E il suo personaggio. Assoluto, impossibile, inspiegabile. E memorabile.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
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